Secondo Michele Prospero, che si interroga sul ritorno del fascismo, la destra radicale serve oggi alla destra normale, cioè al dominio incontrastato del capitale, per coprire l’accumulazione ingiustificabile di ricchezze e orientare il risentimento dei subalterni contro gli immigrati, “alieni” che invadono la “patria”1.
Ma perché, all’improvviso, i subalterni avrebbero dovuto, non solo preoccuparsi dell’invasione degli “alieni”, comprensibile perché sottrarrebbero loro il lavoro, ma addirittura riscoprire la “patria”, cosa di cui si danno pensiero più i piccolo borghesi che i lavoratori?
La tesi di Prospero va bene sino a quando evidenzia il “fascismo bianco” dell’odierna dittatura del capitale, ma zoppica quando sorvola sul fatto che il capitale per diventare tale ha dovuto sottomettere la quieta “comunità tradizionale”, dando vita alla frenetica “società civile”. Perciò, se la dittatura del capitale oggi si esercita efficacemente sul lavoro, meno efficace appare sul “ritorno del rimosso” che il fascismo, di ieri e di oggi, ha sempre incarnato presentandosi come forza della tradizione.
I subalterni oggi sono vinti non solo perché, in quanto consumatori, sono ammaliati dal marketing, ma anche perché sono in preda ad un bisogno di comunità che, caduto il progetto razionale del comunismo, soddisfano alla meglio con il surrogato della comunità tradizionale, un heideggerismo di massa in cui si incontrano intellettuali e popolo sfigurati dalla nostalgia. Salvini così può proporre non solo l’abbattimento della tassazione per il capitale, ma anche l’abolizione della legge Fornero.
Secondo Prospero la sinistra deve rinascere nella lotta contro queste due destre che rendono il capitale sia sistema che antisistema. Questo richiederebbe di cominciare ad accorciare le linee, tra chi, dichiarandosi di sinistra, sta nei palazzi illudendosi di volgere in proprio favore il “fascismo bianco” di cui si diceva prima, e chi si disperde in mille lotte riservando il più feroce disprezzo contro i “venduti” rinserrati nei palazzi di cui sopra. Ma quanto sia improbo questo compito lo dimostra già il fallimento di una lista unica a sinistra del PD per le imminenti elezioni politiche, che ha indebolito tanto Liberi e Uguali quanto Potere al Popolo. C’è da sperare che il disastro che si annuncia, portando al disfacimento dello stesso PD, serva da “nuovo inizio” che bruci tutte le scorie del passato.
- M. Prospero, Salvini servitore di due padroni, “il Manifesto”, 16.2.2018, p. 1 e 15. [↩]