I luoghi del potere a Roma raccontano da sé gli ultimi novant’anni della storia d’Italia. In origine, a Piazza Venezia c’è il castello del signore assoluto, con la sua torre e il suo balcone che troneggia al centro dell’imponente facciata. Alla sua caduta, il potere che deteneva, e che era lo spirito delle masse che aveva interpretato ed esorcizzato subito dopo la guerra del ‘15-’18, si divide nei due fortilizi contrapposti a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, rispettivamente quasi a destra e a sinistra del vecchio maniero, e cioè quello rosso di Botteghe Oscure e quello bianco di Piazza del Gesù. Svuotati di ogni potere dalla fine della guerra fredda, il 1989 europeo, il residuo potere del fortilizio bianco viene ereditato da un signore privato della cosiddetta società civile, che affitta un piano di un palazzo nobiliare posto all’imbocco di Piazza del Gesù, e da quella postazione simbolica gestisce gli affari dello Stato quasi nel suo esclusivo interesse personale, lasciando che prosperino quelli degli altri, quando coincidono con i suoi. Raminga la sinistra, quando anche questo residuo equilibrio si esaurisce per le incompatibilità finanziarie del sistema, viene il podestà straniero, mandatario dei poteri del Nord d’Italia e d’Europa, che celebra con la famiglia il capodanno 2012 a Palazzo Chigi, nella sede ufficiale del governo.