Non sembri macabro, visto l’argomento, ma l’intervista di Giuliano Amato sulla strage di Ustica è come tutte le cose del dottor sottile un missile a testata multipla. Mostra a chi ancora non l’avesse capito che in un mondo imperialistico retto dai bruti rapporti di forza la verità non esiste. Accoltella alla schiena (vecchio schema) l’imperialismo francese morente ora che in Africa lo schifano anche i più fedeli vassalli (colpo di Stato in Gabon). Descrivendo Craxi come uno spione a favore delle nobili cause (Arafat, Gheddafi) spiega perché l’inchiesta Mani pulite fu così impietosa nei suoi confronti. Rende noto il motivo per cui a lui, Giuliano Amato, fu preferito Mattarella per la Presidenza della Repubblica: il menestrello dello zio Sam non poteva consentire che chi nutriva simili sospetti su Ustica potesse accedere a quella carica. Meglio dunque un personaggio shakespeariano come il buon Sergio. Smaschera la Nato, un apparato omertoso dove l’imperialismo più grande calpesta quello più piccolo con il solo fine di dominare il mondo. Altro che promuovere la pace e la giustizia fra i popoli! Dà voce all’anti-atlantismo di tanta parte degli italiani nella contingenza della guerra in Ucraina. Mette del peperoncino sotto le terga di una certa smargiassa che sta tentando in tutti i modi di riscuotere il credito atlantista dopo tanti anni di onorato servizio della sua parte politica nei bassifondi della criminalità politica come miliziani della strategia della tensione. Mostra cos’è stata l’Italia in tutti questi decenni, un paese senza sovranità dove i militari spalleggiati dalla Nato potevano farsi beffe dei politici. Dà un bel calcione negli stinchi ai generali scriventi e non che si stanno ergendo a ultimo baluardo di un paese allo sbando, loro che per anni hanno mentito sulla fine di ottantuno italiani colpevoli di aver preso un aereo tra Bologna e Palermo nel momento sbagliato. Segnala la sua vigile presenza nel caso che l’attuale Presidente per un qualche motivo dovesse non poter più svolgere le sue funzioni. Accende infine senza volerlo una lucina su quella verità negata dai rapporti di forza imperialistici ma in una società che a questo pur tenue chiarore preferisce gli spettri e i fantasmi con cui alimenta il suo cinismo.