Macron

La nuova Lourdes

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Qualche giorno fa, Macron è andato a Lourdes e una foto lo ritrae nella posa del chierichetto compunto, mani giunte e occhi levati al cielo. In un video si vede qualcuno della folla che viene portato via a forza mentre gli inveisce contro accusandolo di essere un ateo della più bell’acqua. Se i cattolici si sono sdegnati di tanta ipocrisia, i laici di ogni tendenza lo hanno accusato di avere attentato alla neutralità religiosa della République. Mai infatti nessun presidente si era recato in quel luogo di culto così platealmente cattolico. Non si sa se Micromega organizzerà un numero monografico per riaffermare i valori della laicità e dell’ateismo messi a repentaglio da Macron ma, come ha fatto rilevare la stampa ben informata, il presidente francese nella sua visita a Lourdes non si è occupato di questioni religiose, bensì ha voluto solo portare il suo sostegno alla seconda località di Francia (dopo Parigi) per numero di camere d’albergo, la cui economia è stata duramente colpita dalla pandemia1. Sempre la stampa ben informata riporta che Macron avrebbe promesso sostegno d’emergenza, aggiungendo però che «Lourdes non è certo la città che valorizza al meglio i suoi turisti. Ci vuole un’offerta molto più larga e varia rispetto a oggi, e gli investimenti avrebbero dovuto essere fatti molto tempo fa». Il presidente si sarebbe detto comunque convinto delle buone prospettive delle «sinergie tra culto, cultura e patrimonio», auspicando la preparazione di una «nuova Lourdes»2. Non si capisce quindi di che cosa si sdegnano i laici, e perché i credenti incolpano Macron di essere un ateo ipocrita. Egli è andato a Lourdes a risollevare le sorti della religione di cui è uno dei più fervidi officianti, ovvero la silente religione della merce che, cosa che non sembrano capire né i credenti né i laici né la stampa ben informata, è il trascendimento in un tutto nuovo della fede laica e di quella cattolica3. Dal 1789, giusto per fissare una data, il vecchio laicismo difendeva una laicità come negazione della fede cattolica, ma durante tutto questo tempo tanto i laici quanto i cattolici, mentre battagliavano la domenica tra di loro nella sovrastruttura, nella struttura tutti i giorni trafficavano sfrenatamente con la religione della merce. Quest’ultima per lungo tempo ha taciuto, ma il tempo della decenza borghese è finito, e adesso non accetta più di stare nell’ombra. Ecco dunque Macron che ha fatto la passeggiata a Lourdes con lei a braccetto, promettendole gioielli e pellicce come si fa con le amanti finalmente rivelate all’onor del mondo. Bisogna vedere come si acconcerà a questa “nuova Lourdes”, prorompente di sinergie tra culto, cultura e patrimonio, quel terzo incomodo assai virulento in Francia che è la religione musulmana, in cui non c’è un laicismo che la neghi e il traffico con la merce avviene secondo il detto “non lo faccio per amor mio, ma lo faccio pe amor di Dio”. Le religioni sono costruzioni bizzarre, ma la religione della merce è la più bizzarra di tutte. Ne vedremo delle belle.

 

  1. S. Montefiori, Francia, polemiche per la visita di Macron a Lourdes: «Laicità calpestata», «Corriere della sera», 17.7.2021, online. []
  2. Ibidem []
  3. F. Aqueci, Capitalismo e cognizione sociale, Roma, Tab Edizioni 2021, cap. V. []

Renzi, Macron, Trump, anzi Trumpon

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Dialogo carpito al bar, tra due compiti signori, probabilmente disillusi elettori della disastrata sinistra italica:

A: Rallegriamoci per Macron. Un Renzi, con una sola grande differenza: viene dall’ENA invece che da Rignano.

B: Su Macron dovrei un po’ argomentare per mostrare che è il Trump di Francia. Le vere elezioni sono state quelle del primo turno, dove la sinistra ha avuto quasi il venti per cento. La nequizia non sta dunque in Marine Le Pen, ma in un sistema elettorale che la fa divenire un polo d’attrazione. Per questo spero che da noi prenda piede un saggio proporzionale.

A: Affermazione della sinistra in Francia. Sì, ma quale sinistra? 

B: Quale sinistra? Quella che se non c’è nessuno che se ne curi, vota Le Pen, e senza la quale, la sinistra non esiste, ma esistono solo i demagoghi di turno, che ne carpiscono il consenso e la asserviscono alla… “borghesia”. Absit iniura verbis.

A: Ma perché Macron sarebbe il Trump di Francia?

B: C’è un termine antiquato, che si usava negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, ma che può servire ancora oggi a descrivere la situazione: plutocrazia. E i vari Renzi, Macron, Trump sono i demagoghi di questa plutocrazia. Il loro modo d’agire è lo stesso. Come delle crisalidi, distruggono il vecchio involucro dei partiti cosiddetti “tradizionali”, e prendono il volo come “nuove” farfalle sgargianti. I loro dialetti sono differenti, globalisti gli uni, protezionisti gli altri, ma la lingua è la stessa. La lingua delle élites ricche, alle quali essi, con la loro sfrontata demagogia, portano in dono il consenso delle sterminate classi povere o che si vanno impoverendo. Trump si è rivolto alla decaduta classe operaia dell’acciaio e delle vecchi produzioni novecentesche, Renzi e Macron parlano all’impaurito ceto medio europeo che nell’euro aveva visto il suggello del proprio raggiunto “benessere”. In francese, trumper significa ingannare. Trump, Renzi, Macron, in una parola un gran trumpon.

Scroscio di tazzine ritirate dal bancone. Occhiataccia del barista. Un cliente offre il caffé a tutti per festeggiare una vincita di venti euro al gratta e vinci.