riformismo

Sinistra testuale

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Caro Pippo,

una cosa che non farò mai è di mettermi a difendere le opinioni e le proposte politiche di Goffredo Bettini, ma ho avuto un soprassalto quando ho letto nell’ultima uscita del tuo Diario politico1 che egli avrebbe affermato che il risparmio privato (corsivi tuoi) è una rendita inerme e improduttiva, una manomorta da volgere a impieghi produttivi. Riformisti, sì, ma non si può arrivare a tanta efferatezza. Così, sono andato a recuperare il testo dell’articolo in cui Bettini avrebbe fatto quell’affermazione, un articolo sul Foglio del 21 agosto scorso di cui, nella inazione estiva del vallone in cui a volte ti avventuri, attirato dai manicaretti della mia padrona di casa, e che io risalgo per la reciproca, mi erano arrivati solo dei refoli sciroccosi. Ed ecco dunque il passaggio intero da cui tu trai quelle spinose parole:

Giorgio Gori ha invocato, giustamente, un sostegno alle forze produttive. Ma detta così non spiega tutto. Questo obiettivo va tutt’uno con la lotta alla rendita, che è la vera metastasi che ha corroso e distorto l’Italia. Il capitalismo italiano è stato in gran parte assistito. Si è intrecciato con la speculazione finanziaria. Si è delocalizzato, internazionalizzato. E’ sfuggito dalle sue responsabilità nazionali. Ha investito poco sull’innovazione e la ricerca rispetto agli altri paesi europei. I suoi profitti li ha riparati all’estero. La rendita sono gli enormi patrimoni inermi e improduttivi. Il risparmio privato, impaurito e dunque non circolante. E per quanto riguarda il lavoro e il non lavoro, la rendita è un sostegno pubblico poco attivo, poco formativo, mal indirizzato; che alla fine genera zone di assistenza apatica2.

Ora, lasciando stare Giorgio Gori che, dopo quanto accaduto a Bergamo durante l’ondata di marzo della pandemia, in un paese normale si sarebbe dovuto ritirare da tempo dalla vita politica, quello che dice Bettini è davvero un po’ meno allarmante di quanto tu, nella sintesi fulminea che ti coglie quando ti imbatti in qualcosa o qualcuno che anche da lontano reca tracce anche false della fu falce-e-martello, gli attribuisci. Manifestamente, infatti, di costituire una rendita inerme e improduttiva sono accusati gli enormi patrimoni, mentre il risparmio privato, benché obliquamente accomunato alla rendita, viene solo rimproverato di essere impaurito e dunque non circolante. Intendiamoci, sono sempre valutazioni “riformistiche”, ma non efferate. Tutto bene, dunque? No, tutto male, perché il vero punto debole delle posizioni di Bettini e dell’ormai trentennale “riformismo” che egli, assieme a un pugno di politici e di consiglieri del Principe – una consigliera, Claudia Mancina, nell’articolo in questione Bettini addirittura la gratifica citandola per l’“acutezza” del suo “realismo”, non senza prima però avere manifestato tutto il suo disprezzo per il cacadubbismo dei filosofi, categoria dalla quale evidentemente la Mancina grazie al “riformismo” si sarebbe beata lei affrancata, dicevo, il vero punto debole di quell’ormai frusto riformismo è la tiritera sul capitalismo italiano che non innova, che si fa assistere, che non è abbastanza nazionale, insomma un capitalismo che non è carogna sino in fondo così come dovrebbe essere secondo la sua natura. Capitalismo invece che se fosse pienamente tale, alla sua testa naturalmente non ci dovrebbero stare i capitalisti, ma i riformisti, che finalmente potrebbero sgommare a duecento all’ora su un fiammante sviluppo delle forze produttive. Altrui. Infatti, l’unico concetto che è loro rimasto di un marxismo appena orecchiato è che l’egemonia equivale a gestire con i sandali ai piedi lo sterco altrui, ingentilendo il tutto con dei libretti di poesia e molto amore per il cinema, secondo gli insegnamenti di Pietro Ingrao. Ora, che con queste perfidie angeliche, con questo francescanesimo sghembo, con questo evangelismo di furbe colombe in un presunto mondo di serpenti, abbiano proprio stufato, Bettini & Co. non lo vogliono proprio capire, anzi, si ostinano a proporsi come l’unica sinistra possibile in un mondo cui, come acutamente ammonisce la sullodata Claudia Mancina, bisogna realisticamente adeguarsi. Ma qui, caro Pippo, ti vedo già sbadigliare, perché, lo so, poco ti importa in sé della sinistra, che però, ne converrai, va combattuta con esattezza testuale.

Un caro saluto,

Franco.

 

  1. https://www.rivoluzionedemocratica.it/SPRAZZI-DI-aTRASFORMISMOa-E-PRESSAPOCHISMO-areferenduma-atrionfia-aproroghea-averbali-segretia.htm []
  2. https://www.facebook.com/permalink.php?id=106598517432484&story_fbid=309295290496138 []